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la mano tagliata. 97


— Ah! pochissimo. Se no, verreste in carrozza con me!

— Chi dei due? — disse finemente Ranieri Lambertini.

— Ambedue! — esclamò ella con vivacità.

— Io te lo aveva detto, — mormorò Ranieri a Roberto.

— Che cosa? Che cosa? Parlavate male di me, è vero? — gridò la donnina, continuando la sua battaglia di fiori.

— Ma io vi adoro, Héliane, — disse Ranieri, con gravità.

— E io vi idolatro, — soggiunse Roberto, con maggior gravità.

Ella scoppiò in una risata, crollando la testa sotto il diluvio di fiori che saltavano, volavano da tutte le parti.

— Venite, venite con me, — gridò ella, mentre la sua vettura si metteva in cammino, pian piano.

— Io non posso, — disse Ranieri.

— Perchè?

— Ho giurato di non andare con nessuna donna, — disse lui, ridendo.

— Giurato, a chi? a Lei? — ella strillò, mentre la vettura si fermava di nuovo.

— A Lei, proprio.

— E voi, Roberto? Voi non avete Lei!

— Voi, per me, siete Lei. Ma ho giurato a Lui.

— Chi Lui?

— Chi? Fiorenzo Scotti.

— M’ero scordata. Bene, bene! Egli è qui, poco lontano.

— Vi aspetta?

— A san Carlo al Corso.

— E volevate noi?

— Ci secchiamo, lui ed io!

— Voi, forse.

— Anche lui, anche lui! Ma vado via, ripasse-