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240 La Conquista di Roma

tro, all’Apollo, per farsi ammirare. Basta, tutto sembra combinato.»

«L’acqua Acetosa, fuori Porta del Popolo, è un buon posto,» soggiunse Castelforte, «poichè ci si va presto. Abbiamo fissato per le dieci, verremo a prendervi alle otto e mezza.»

Camminavano tutti e tre verso la casa di Sangiorgio. Egli taceva, fumando.

«Siete nervoso, voi?» domandò Scalìa.

«Io? per nulla.»

«Allora cercate di dormire. Cognac, in casa ce ne avete?»

«No.»

«Il cognac è buono, in caso di duello. Domattina ne porterò io, sul terreno. Ma voi, cercate di dormire.»

«Diamine! dormirò.»

«Non abbiamo escluso nessun colpo,» riprese Castelforte. «Era quello che volevate, mi pare?»

«Proprio questo.»

«Ho avvisato il dottor Alberti,» soggiunse Scalìa, «egli verrà; molto dipende dalla sua esperienza. Non pensate alla carrozza: verremo