Pagina:Serao - Fior di passione.djvu/195


aspettando 195


ciavano. Prendevo lo sue lettere, profumate, fresche, e me le metteva sul volto, sperando averne qualche refrigerio.

Dal terrazzo, vestito, tutto pronto, cavando l’orologio nella penombra della luna tramontata e del giorno che sorgeva, vidi aprirsi una ad una le case dei contadini. Nell’albergo dormivano ancora. Pure, sapendo che col treno delle sei e mezzo aspettavo mia moglie, si alzarono. Mi nascosi, vergognandomi di farmi vedere così premuroso. Ma dalla finestra vedevo sempre la stazione, che s’era svegliata anche lei. Sotto la porta un facchino si stirava le braccia. Uscii, non ne potevo più. Nel crepuscolo mattinale la serva scopava, in basso, la stanza da pranzo. Le dissi che andavo a passeggiare. Sorrise. Non capii quel sorriso. Ero inebetito. Come l’ora si appressava, cresceva in me la sicurezza che non sarebbe venuta. Non viene, non viene — mormoravo. Me ne andai sulla via maestra, parallela alla via ferroviaria. Andavo incontro al treno,