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— Buona sera, signora.

Ella non si scosse. Si volse, sorrise, stirò il suo guanto e domandò:

— Siete voi, Sanseverino?

— La domanda è singolare.

— Contentatevene. Ve ne ho risparmiata un’altra che poteva essere impertinente.

— Contessa, stasera siete un...

— Fenomeno, non è vero?

— Di bontà. Una cosa nuova. Mi risparmiate una impertinenza, mi siete indulgente! Qualche orribile sventura mi minaccia, dunque?

— Chi sa?

— Preferisco l’impertinenza, contessa. Già me lo immagino. Volevate dirmi: Che venite a fare qui?

— Voi indovinate troppo, Sanseverino; è una scienza pericolosa.

— Per me solo. Vengo qui...

— Per vedermi, perchè siete innamorato di me. Conosco il ritornello.