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di trent’anni: il marito e la moglie giuocavano la partita a scopone in quattro, con zia Rosina e col padre di Cristina. Irene e Cristina lavoravano all’uncinetto certe stelle per coperta di letto, parlando sottovoce.

— Totonno mi ha ancora scritto, oggi — confidò Irene.

— Ah... e che dice?

— Che vuol dire? le solite cose. Senza denari, non se ne fa nulla. Egli mi ama, capisci, è disperato, non ci è da fare altro che aspettare la morte di suo padre.

— Oh!

— È vecchio, ha fatto il tempo suo, il Signore se lo potrebbe prendere. Noi anche abbiamo il diritto di vivere.