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vade retro, satana 51

V.


Il prete, poichè si fu sfogato, rientrò nella sua camera livido in volto, salvo due cerchi rosei nel mezzo delle gote, con la gola arsa, con il petto divorato da fiamme interne, tossendo, sputando nel fazzoletto larghe chiazze di sangue, ma abbastanza calmo, mentre al di fuori invece la tempesta s’andava addensando contro di lui. In chiesa, nell’udire la voce terribile rintronar sotto le vòlte, nessuno aveva ardito di fiatare; ma poi, finita la predica, uscendo all’aperto, fu un bisbiglio, un interrogarsi, un esclamare, uno scandalizzarsi quasi generale. Chi non aveva bene afferrato il senso delle parole se le faceva spiegar dal compagno. La baronessa era sparita; il Capocomune era corso a dar l’ordine che sellassero il mulo, intendendo volare a Trento per ottenere, diceva, che i pazzi furiosi venissero finalmente mandati al manicomio.

Il dì seguente, appena giorno, non ostante la febbre, il curato scese a piedi nella valle,