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20 vade retro, satana

II.


La villa del barone banchiere era sorta all’improvviso. A un tiro di schioppo fuori del paese si vedeva dianzi una casa costrutta in sasso e in cemento, miracolo in quel villaggio fatto tutto di legno. Era stata alzata dieci anni addietro da un brav’uomo, il quale, essendo andato per mezzo secolo a lavorare giù per l’Italia da calderaio, e avendo raggruzzolato molte migliaia di lire, voleva godersele con la famiglia in santa pace nell’aria pura e nelle lunghe nevi del suo caro luogo natale. Non l’avesse pensato mai! Il dì che fu messa la prima pietra, ecco gli muore la figliuola; appena finito il solaio del primo piano, ecco gli si ammazza giù per una rupe il figliuolo; appena compiuto il tetto, passa a miglior vita la moglie. Il misero signorotto, solo, disperato, pieno di acciacchi e di paure, camminò un anno nelle stanze vuote, meditando con desiderio ineffabile al tempo della sua miseria, quando la moglie ed i figli, sani e robusti, mangiavano polenta asciutta, ed