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meno di un giorno 197

bianco s’era affacciato all’uscio della cucina, corse ai fornelli.

— Si trattengono la notte? — chiese la vecchietta con voce insinuante.

— Sì, mi raccomando la pulitezza.

- Non dubiti. La biancheria è tutta di tela fina, candida come il latte.—

Precedetti Matilde nella vasta sala da pranzo. Una immensa tavola pigliava tutta la sua lunghezza. Alle pareti ornate di grandi fiorami gialli su fondo verde, dipinti a stampo, pendevano otto quadretti, con certe litografie miniate, rappresentanti otto miracoli della Madonna di Caravaggio. Il soffitto era inghirlandato di ragnatele. Dalle due finestre, che guardavano in una stradicciuola stretta, si vedeva in faccia una casa antica, con la muraglia di mattoni bruni e il cornicione gotico; non aveva imposte nè vetri, e dentro era buia buia: sembrava il palazzo degli spiriti. L’uscio della sala s’apriva in un lunghissimo corridoio, occupato anch’esso da due interminabili tavole di legno greggio, portate da cavalletti e chiazzate di macchie pavonazze. I pellegrini, che vanno la settimana della Madonna a far voti al Santuario, promettono tutto, salvo l’astinenza; e l’albergo nei dì di sagra (mi diceva il servitore mentre in un angolo dell’ampia tavola stava apparecchiando due posate) è così pieno zeppo di penitenti, uomini e donne, che un cantuccio non vi rimane vuoto. Il giuoco della mora s’alterna