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2 introduzione.

che gli oggetti stessi appariscano nel loro ordine naturale, uti sunt.

Presentì il celebre napolitano l’importanza e l’avvenire della sua scoperta, per mezzo della quale, diceva egli, maxima naturae secreta nobis illucescere possunt; epperciò propose l’uso della camera oscura a quelli che sono ignari di pittura per delineare l’immagine di uomini e di cose; ammonendo che gli oggetti a delineare debbono essere bene illuminati dal sole, che l’operatore deve tanto al foro della camera avvicinare od allontanare il cartone, su cui vuole delineare l’immagine, sino a che questa immagine abbia acquistato la maggior perfezione possibile, prima di contornarla col lapis, o colorirla col pennello a seconda delle sue forme e de’ suoi colori (V. nota n° 1 al fine).

Non solo gli ignoranti dell’arte pittorica, ma anche abilissimi pittori e disegnatori, si giovarono in seguito della camera oscura. Il Canaletto se ne servì nel 1697 per fare le sue ammirabili vedute di Venezia.

Ma ora l’uomo può, quasi senza fatica, ottenere risultati molto più perfetti, può in sua vece far lavorare la luce stessa in questa delicata operazione di delineare una permanente immagine degli oggetti fugacemente dipinti nella camera oscura, e la luce obbediente opera con una fedeltà, con una maestria inconcepibile.

È interessante ed utile il conoscere in qual modo si sia arrivato a fare agire la luce nella camera oscura per farle delineare stabilmente l’immagine degli oggetti naturali.


Esperimenti di Wedgwood e Davy per produrre disegni col mezzo dell’azione della luce.

L’esperienza aveva da tempi immemorabili fatto conoscere che la luce colla sua azione altera, modifica, distrugge molti corpi. I colori i più brillanti che adornano le nostre