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dell'attenzione 339

L’errore del Ribot dipende tutto dal non essere egli riuscito ad afferrare bene la natura delle tendenze affettive. Infatti, egli vede benissimo che «l’attenzione dipende sempre da stati affettivi», ma aggiunge poco dopo: «Come dobbiamo immaginarci le tendenze affettive? La sola idea positiva che cene possiamo fare è di considerarle come dei movimenti (o arresti di movimenti) reali o allo stato nascente»1. Per questo autore, dunque, gli elementi motori costituirebbero da soli tutta l’essenza delle tendenze affettive. Ora, sono le tendenze affettive che stanno invece a base degli elementi motori, e non già viceversa.

Come vedemmo nel nostro studio più volte citato sulla origine e natura mnemonica delle tendenze affettive, una tendenza affettiva non costituisce, per così dire, che una forza di gravitazione verso quell’ambiente o quei rapporti ambientali che permettano il riattivarsi dell’accumulazione mnemonica costituente la tendenza affettiva stessa; ma essa non implica di per se alcun «iinpingimento» preferenziale verso l’ima o l’altra serie di movimenti, i quali, se eventualmente potranno essere atti a ricondurre P organismo nelle condizioni ambientali desiderate, nulla hanno tuttavia a che fare colla soddisfazione definitiva di tale tendenza affettiva. Solo allorquando Puna serie di movimenti sia fortuitamente riuscita, prima o meglio delle altre, a ricondurre l’organismo nelle condizioni ambientali dovute, essa sarà da tal momento in poi, e solo da tal momento in poi, «preferita» alle altre. Solo da tal momento in poi, cioè, il destarsi della tendenza affettiva darà luogo a dati elementi motori.

Ma prima che ciò avvenga, prima cioè che la tendenza affettiva abbia dato luogo ad alcuna «scelta» di movimenti atti a raggiungere il tìne desiderato, la tendenza affettiva per questo fine esisterà già: Il fatto stesso di tale scelta affettiva sta a denotare la precedenza, in ordine di tempo, del fattore selettore rispetto all’elemento seletto. Ne consegue che una tendenza affettiva può sussistere anche in assenza di qualsiasi elemento motore. Così, p. es., un ninn o e sconosciuto malore che ci incolga fa nascere la tendenza affettiva di liberarcene, ma questa non dà luogo uè può dar luogo, in tal caso, ad alcun inizio di movimento.

  1. Ribot, op. cit.: Psych. de l’att., 166, 172.