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La dottrina dell’emolisi risale al 1898. Già precedentemente Buchner aveva osservato nel siero di sangue normale la così detta proprietà globulicida. Bordet, partendo da questo fatto, ricercò, se l’azione globulicida del siero, ossia la proprietà di disciogliere i globuli rossi di sangue si possa artificialmente aumentare, iniettando nell’animale quantità maggiori di eritociti. Egli vide che, iniettando più volte nel peritoneo di cavie, sangue defibrinato di coniglio, nel sangue delle cavie si aveva un enorme aumento della proprietà emolitica. Lo stesso fatto avevano notato Belfanti e Carbone, iniettando ripetutamente sangue di coniglio in cavalli; il siero di sangue di cavallo, che normalmente è innocuo per i conigli, diventava per questi notevolmente tossico.

Il processo della emolisi si svolge nel modo seguente:

Se si mescola il siero emolitico di un animale con una emulsione di eritociti dell’animale, il cui sangue ha servito alla iniezione, si osserva che i corpuscoli rossi si raggruppano insieme, in tanti piccoli ammassi che più presto o più tardi, a seconda della potenza del siero, divengono appiccicaticci e lentamente si sciolgono, mentre il liquido assume il colore rosso della emoglobina uscita dallo stroma corpuscolare. Queste ricerche sulle emolisine divennero ancor più importanti dopo che Bordet ebbe dimostrato che le proprietà emodissolventi dei sieri dipendono dalla presenza in essi di due sostanze, di cui la diversa natura risulta dal loro differente comportarsi di fronte al riscaldamento.

Se si iniettano ripetutamente in un animale, per es., in una cavia, sufficienti quantità di sangue di agnello si può ricavare dalla cavia un siero emolitico per i corpuscoli rossi di agnello. Se riscaldiamo questo siero a 56°, esso non è più capace di produrre emolisi, ma la proprietà emolitica riappare, se al siero, reso inattivo per il riscaldamento, si aggiunge altro siero di una cavia normale, il quale di per sè non ha alcun potere dissolvente sui corpuscoli rossi di agnello. La emolisi adunque risulta dall’azione di due sostanze le quali sono:

1.° una sostanza che si produce nell’animale per il trattamento con corpuscoli rossi eterogenei, che resiste al riscaldamento a 56°, e che perciò è detta termostabile;
2.° una sostanza che si trova nel siero degli animali normali, e che si distrugge al riscaldamento a 56°, ed è perciò detta termolabile.