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del prof. m. cantor 371

simazione, non è nè verosimile, nè vero. Noi sappiamo per esempio, che gli Ebrei del medio-evo facevano .1 Proponiamoci di cercare qual valore di può aver usato l’inventore della precedente costruzione per l’arrotondamento del quadrato.

In questa costruzione il tratto FI è diviso in tre parti: cosa naturale, se supponiamo, che si avesse FI=3. Lo stesso FI è esattamente . Intendendo ora che il simbolo indichi uguaglianza approssimativa, si avrà

, ossia ,

e quadrando, , onde , dove al si surroga il 14 per ottenere numeri intieri, cosa necessaria, se si desidera una comoda approssimazione. Quindi, avendosi , si ricava , e da ultimo .

La supposizione non solo è affatto tollerabile, non solo da per , il domandato FI = 3, ma conduce inoltre ad una sorprendente coincidenza. Infatti ora abbiamo , e poichè , ne ricaviamo , cioè esattamente la parola praticata in Occidente fino ad Alberto Dürer.

Non dissimuliamo, esservi qui una pericolosa obbiezione. Ammettendo che la costruzione di Dürer si appoggi ad , , a cagione di , ne deriva , mentre nelle nostre anteriori ricerche su questa costruzione2 abbiamo creduto riconoscervi il valore che già s’incontra presso Vitruvio, e che poi da M. Curtze fu trovato presso un gran

  1. Vermischte Untersuchungen zur Geschichte der Mathematischen Wissenschaften von Dr. Siegmund Günther. (Lepzig, 1876), p. 304, nota ∗∗
  2. Agrimensoren, p. 88.