Pagina:Schiaparelli - Scritti sulla storia della astronomia antica, II, 1926.djvu/145

134 origine del sistema planetario eliocentrico

l’epiciclo in modo, che di essa retta la metà della parte compresa entro l’epiciclo stia alla parte compresa fra l’occhio e l’epiciclo, nell’arco più vicino alla Terra, come la velocità dell’epiciclo sta alla velocità dell’astro; il punto determinato sull’arco dell’epiciclo più vicino a noi dalla retta così tracciata separa i movimenti diretti dai movimenti retrogradi; così che l’astro, arrivato a quel punto, sembrerà stazionario. Che se invece l’anomalia rispetto al Sole si suppone prodotta per mezzo dell’ipotesi dell’eccentrico (la quale è applicabile soltanto ai tre pianeti capaci di scostarsi a qualunque distanza angolare dal SoleJ, il centro dell’eccentrico aggirandosi con velocità apparente uguale a quella del Sole intorno al centro dello Zodiaco secondo l’ordine diretto dei segni, mentre l’astro gira sull’eccentrico secondo l’ordine inverso dei segni con periodo uguale a quello dell’anomalia; tirando pel centro dello Zodiaco (dov’è l’occhio) una corda dell’eccentrico così fatta, che la sua metà abbia, al segmento minore dei due in cui dall’occhio è divisa, lo stesso rapporto che ha la velocità dell’eccentrico alla velocità dell’astro; l’astro, arrivato ai punto in cui quella retta si termina alla parte dell’eccentrico più vicina alla Terra, sembrerà stazionario. Noi però esporremo sommariamente e più opportunamente le proposizioni anzidette, usando una dimostrazione mista e comune ad entrambe le ipotesi, per far vedere la loro somiglianza, e la concordanza delle ragioni nell’uno e nell’altro caso.

Io qui non intendo occuparmi dei due teoremi d’Apollonio, ma chiamerò piuttosto l’attenzione sulle parti distinte in carattere corsivo, dalle quali si ricavano varie informazioni di grande interesse.

15. Primieramente apprendiamo che Apollonio di Porga ed altri geometri fondavano le loro dimostrazioni dello stare e del retrogradare dei pianeti sui teoremi anzidetti; e ciò facevano in due ipotesi cioè in quella dell’epiciclo, ed in quella dell’eccentro mobile. Da ciò alcuni hanno creduto di poter dedurre, che Apollonio sia stato l’inventore degli epicicli. Ma leggendo attentamente le parole di Tolomeo si vedrà, che questa conclusione non è in esse contenuta. Apollonio ha semplicemente illustrato con quei teoremi le due ipotesi, di cui sopra, ciò che pure fecero altri geometri. Non è detto a quale epoca questi appartenessero; al più, dalla preminenza che qui si dà ad Apollonio si potrebbe concludere esser egli stato il primo