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presso i greci 123

furono abbandonate dagli stessi Peripatetici, i quali da principio le avevano con tanto favore adottate. Dalla difficoltà concernente il moto e io splendore di Venere, ebbe origine, come già si è accennato, l’ipotesi di Eraelide Politico sul moto eliocentrico dei pianeti inferiori; dalle difficoltà concernenti il moto e lo splendore di Marte ebbero origine analoghe indagini per i pianeti superiori. Le grandi variazioni dello splendore apparente di quel pianeta, già bene note agli osservatori di quel tempo, erano da loro interpretate come indizio sicuro di corrispondenti variazioni nella distanza del pianeta dalla Terra; ed in questo senso erano considerate come un argomento capitale contro l’ipotesi omocentrica, secondo che narrava Eudemo1.

6. A chi segue con qualche continuità le apparenze di Marte per un certo numero d’anni, tosto risulta evidente che le epoche del massimo splendore coincidono con quelle delle opposizioni, corrispondono cioè sempre a quei tempi, in cui esso

  1. Quando Marte arriva al massimo splendore, brilla più che tutte le stelle di prima grandezza. Quando s’immerge nel crepuscolo vespertino, od emerge dal crepuscolo mattutino, appare come una stella di 3a 4a grandezza. Il rapporto della massima alla minima luce nelle opposizioni e nelle congiunzioni medie è di 24:1. Ma nelle così dette grandi opposizioni Marte tanto si accosta alla Terra, da superare anche lo splendore di Giove; allora è, dopo Venere, la più fulgida stella del cielo.