Pagina:Scherzi morali del prof. Francesco Rapisardi, Catania, Pastore, 1868.djvu/25

“Le donne oneste, che qui fanno parte
     “Dell’uditorio, a tosto abbandonarci.„
     E niuna si movea, o a caso, o ad arte,
     Per curiosità volean restarci.
     Ma il presidente allor disse: “Oramai,
     “Giacchè le donne oneste allontanai,
“Uscieri a voi, quest’altre, che restaro
     “Fatele andar, chè qui non stanno bene.„
     Donnette, lo capisco, è molto amaro
     Il dovere soffrir coteste pene.
     Siate men curioso ed ostinate,
     Non sarete così rimproverate.
Se vi piace or saper chi questi sia,
     In breve vi dirò sua vila intera;
     Comincio dal mattin, poi, via via,
     Financo scenderò sino alla sera;
     Dove va, con chi pratica, e che fa,
     In pochi versi tutto avrete quà.
Si leva di buon’ora la mattina.
     (Di buon’ora vuol dir quasi alla mezza,
     Perchè levarsi all’ora mattutina
     È di colui, che vive in iscarsezza;
     Si distingue così l’uom d’alto rango,
     Come la perla in paragon del fango.).
Se non toccan le tre non va mai fuori,
     Nè pria di consultar ben la teletta.
     Cinto si mostra poi di quegli allori,
     Che a intrecciar con amor l’ozio s’affretta,
     E corre, come il dì declina e imbruna,
     Nel mondo dei galanti a far fortuna.
Or lo vediam di presso a una donzella,
     Ora andare di dietro a una signora.
     Chi conquistare vuol con la favella,
     E chi crede ferir col guardo ancora.
     Poi, per farsi mirar da chi nol vede,
     Vive scintille al sigaro richiede.