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CAPITOLO QUINTO

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garbugli, batterie, rumori, e cose simili.



In quel frattempo Trifena, dopo avere estenuato Gitone, a me di bel nuovo si avvicinò, ma vistasi respinta cangiò in rabbia l’amore. La frasconcella incollorita scoperse il mio commercio con ambo i coniugi, e infingendosi sulla follia del marito per me, che non recava a lei danno, perseguitò i furtivi amori di Doride, e li fe’ noti a Lica; il qual vinto di gelosia pensò tosto a vendicarsene: ma Doride prevenuta dalla cameriera di Trifena sospese i trattenimenti segreti, sino che la tempesta fosse passata.

A questa notizia, indispettitomi della slealtà di Trifena e della ingratitudine di Lica, deliberai di andarmene; e favorevol mi fu la fortuna, dacchè il giorno innanzi una nave carica di merci consecrata ad Iside erasi ne’ vicini scogli inviluppata.

Consigliatomi perciò con Gitone, egli aderì volentieri, dappoichè si accorgea del cessato amor di Trifena, or che l’avea spossato. Andammo dunque a mare di buon mattino, e salimmo la nave tanto più facilmente, quanto che eravam conosciuti dai ministri di Lica, che n’eran