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Tutto mette lo stomaco in tumulto.
120Non vedi come smorto ognun si leva
Da una cena che tien la bocca in dubbio?
Gravato il corpo da stravizzi aggrava
L’anima ancora, e tiene al suol confitta
Quella parte che abbiam d’aura divina.
125Ma l’uomo parco dopo aver le membra
Per pochi instanti ristorate e al sonno
Date in governo, vegeto vien fuori
Dal letto a ripigliar gli usati ufficj.
Pur esso anco potrà lentare il freno
130A miglior pasto o quando l’annuo giro
Ne riconduce un lieto dì solenne,
O s’ama ristorar le spente forze,
E allorchè l’egra età, crescendo gli anni,
Un trattamento vuol più dilicato.
135Ma a quella morbidezza, che ti prendi
Fuora di tempo in età salda e fresca,
Qual giunta potrai far quando cadente
Vecchiezza o dura malattìa t’incalzi?
Un rancido cinghial da’ nostri padri
140Era apprezzato non perché mancasse
A quei buon naso, ma, cred’io, per questo
Che stimavano ben così mal sano