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372 lettere di fra paolo sarpi.

niente spero di buono pel suo spirito fazioso. Accoglie, certamente, in seno egregi e distintissimi personaggi, fra i quali risplende il Richer; ma le faccende umane non procedono sì bene, che i migliori formino il maggior numero. Non voglia Dio che si aggrandisca la fazione dei Gesuiti; la qual cosa se io detesto, ancora la temo. La prego de’ miei più ossequiosi convenevoli al signor Gillot, il quale gradisco sia messo a parte di queste ritortole gesuitiche. All’uno ed all’altro, co’ rimanenti amici, auguro buona salute; a’ quali mi sarà sempre assai grato il potere dar segni d’omaggio e di servitù. E bacio alla S.V. le mani.

15 gennaio, 1613.

Del resto, eccellentissimo signor mio, conosco assai bene la fermezza gallicana, nè dubito che per la vostra gagliardia non siate per uscir vincitori d’ogni prova; quantunque, per eccesso di zelo, mi fossi nell’altre mie condotto ad inculcarvi una maggiore costanza. Del che, come effetto di buona volontà, prego la S.V. a scusarmi.

Questo è già il terzo esemplare del decreto de’ Dieci contro i Gesuiti, che le rimetto. Il primo spedii nel mese di giugno, quando uscì fuori; e certo è che andasse perduto insieme con le lettere. Mandai il secondo, ma nell’incertezza che costì pervenisse, innanzi al 19 di decembre; il quale, se prima del ricevimento delle presenti non le sarà recapitato, vorrà dire che avrà avuto la stessa fine dell’altro, insieme colle lettere. Prego Dio che a questo conceda più felice viaggio. Novamente la riverisco.