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340 lettere di fra paolo sarpi.

trovava sopra un porto per negozi pubblici; per la quale ingiuria, erano state mandate quindici galere, rinforzate con buon numero di soldati, da’ quali sbarcati s’erano fatti molti atti ostili nei luoghi arciducali. Adesso viene avviso che il Conte di Veggia è stato restituito nel medesimo luogo dove fu preso; per il che ogni cosa s’accomoderà. Tuttavia cresce la poco buona intelligenza tra la Repubblica e il papa, ma non produrrà effetti di rottura, perchè ogni uno ama l’ozio.

L’ambasciatore in Roma scrive al Principe, aver scoperto che in Roma si tenga stretta trattazione contro la vita mia.1 Non so ancora niente di particolare; ma sarà quello che piacerà a Dio, senza il voler del quale i disegni umani riescono vani.

Poichè V.S. è stata in Parigi, io prendo ardire di pregarla di soddisfare ad una mia curiosità, la quale volendo io adempire e avendo parlato con diversi, ho trovato la relazione tanto diversa, quanto il numero delle persone. Da lei spero d’intendere la verità; vale a dire se il re di Francia mostra capacità, per quanto la età comporta, e se conosce i difetti della regina.2 Mi maraviglio che non sento più parlar de’ Gesuiti di costì. È possibile che siano quieti? Se così è, riposano per ingagliardirsi a fare qualche maggior male. Prego Dio che attraversi i loro cattivi disegni. Al quale anco raccomando V.S., e le


  1. È da tenersi conto della notizia data, come direbbesi, in via diplomatica. E vedasi anche la Lettera che segue.
  2. Questo era assai facile, e presto gli eventi il dimostrarono. Quanto all’altra cosa, difficile in ogni tempo ed a tutti, la storia è là per farne testimonianza.