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lettere di fra paolo sarpi. 233

atteso che per queste cause di giurisdizione ecclesiastica pare che in tutti i luoghi nascano controversie, e ch’essi per tutto le perdano.

Se V.S. intenderà che i Siciliani abbiano decretato rappresaglia contra i mercanti veneziani per causa d’un loro credito vecchio, non l’abbia per cosa di conseguenza, perchè non passerà li termini di negozio.

Intendo che in Francia vi sia passato qualche disgusto tra il Nunzio e il Parlamento: desidero sapere che cosa sia. Mi vien anco detto che siano stati fatti diversi libri contra Bellarmino: desidero avere qualche relazione del contenuto, e se sono opere che meriti conto vederle. Si è veduto qui alcune cose degl’Inglesi in questa materia, assai buone: non credo però che i Romani penseranno di fare risposta, ma lasceranno la cura alli Gesuiti che sono di là dai monti. Il papa ha dimandato in grazia il vicario di Padova scacciato; ma invano.

Già otto giorni, fu imprigionato Castelvetro1 dall’Inquisizione. L’ambasciatore d’Inghilterra l’ha


  1. Vedasi la pag. 111 la nota 2. Mentre però cercavamo di qualche altra notizia intorno a questo soggetto, ci fe maraviglia il leggere nella Stor. d’It. del Guicciardini contin. dal Botta le seguenti parole: “Lodovico Castelvetro, famoso letterato di quei tempi, uomo dottissimo ma di spirito acuto e sofistico, era stato carcerato dall’inquisizione ecclesiastica di Venezia per alcune opinioni sospette, e massime per avere voltato in lingua volgare gli scritti di qualche eresiarca di Germania. Gli si faceva il processo, portava pericolo, trovandosi in recidiva, di mala fine, e forse del fuoco. L’ambasciatore d’Inghilterra il domandò, la repubblica il diede, cavatolo di prigione, senza dir niente all’inquisitore nè al nunzio ec.;„ colle quali si mostra di aver confuso l’incarcerato del 1611 col famoso ipercritico e creduto traduttore delle opere di Melantone, morto nel 1571.