Pagina:Sarpi - Lettere, vol.2, Barbèra, 1863.djvu/184

176 lettere di fra paolo sarpi.

venuto in pensiero a V.S., cioè che mettino in mano di essa corte le Costituzioni, sarebbe mirabile, perchè scoprirebbe tutta la cabala. Ma s’abbia per certo V.S., che più tosto essi partirebbono di Francia, che presentarla.

Io ringrazio V.S. per l’esemplare del Richéome, e per quelli dell’Anti-Cottone, che mi manda; sebbene l’Anti-Cottone è stato fatto e stampato in italiano, non so in qual luogo. Mi sarebbono molto care le lezioni di Cuiacio in canonico solamente, massime per veder lo stile tenuto da quel valent’uomo, e procurare d’accomodarlo a qualche studio qui, come Ella può ben imaginare. Del libro di Bellarmino, V.S. a quest’ora ne avrà ricevuto una copia, che il signor Domenico Molino mandò per lei. Non è da dubitare che sia, come V.S. dice, un trionfo. È vero che questi signori l’hanno proibito con pene grandissime nel loro Stato. Resta che chi ha maggior ragione e forze, faccia la sua parte, come io voglio sperare che sarà fatto. Accomoderò la cifra, secondo che V.S. m’instruisce, e penserò un poco all’amplificazione.

Questa mattina il nuovo ambasciatore d’Inghilterra ha presentato la sua lettera di credenza; del quale io non ho tenuto a mente il nome,1 per esser assai barbaro. Vien detto che sia uomo di valore, e zelante. Era uno dei deputati nel Parlamento ultimamente tenuto: la giornata ci mostrerà la riuscita. Egli ha seco la moglie, che medesimamente viene descritta persona di qualità. Io feci al suo tempo la conveniente scusa sopra il successo delle


  1. Vedilo al fine della Lettera seguente.