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lettere di fra paolo sarpi. 385


Io sono stato assai prolisso, ed è tempo che faccia fine. Prego Dio che conservi V.E., ed a me doni grazia di poterla servire.

Di Venezia, 25 decembre 1609.




CXVII. - A Paolo Ciera.1


Ritraggo ancora la bolla d’un beneficio della diocesi di Nona per D. Giorgio Cedolino, ritrovandovi dentro alcune difficoltà che meritano considerazione. Manderò quella un’altro giorno. Al presente bacio la mano a V.S. clarissima.




CXVIII. — A Filippo Duplessis Mornay.2


Signor mio. Non ho voluto mancare di baciarle le mani con questa breve lettera; che servirà pure


  1. Inedita, e tratta dall’autografo, esistente negli Archivi di Venezia. La data è mancante e però incerta; ma questa specie di ricevuta dovè esser fatta, dacchè Fra Paolo fu creato consultore della Repubblica. Il Ciera morì a dì 20 novembre del 1609.
  2. È l’ultima fra le quattro lettere, dettate in lingua francese, della Corrispondenza già citata, le quali portino il nome di Carl. o Carol. Paul. o Pauli. Avendole noi riportate in questa raccolta unicamente perchè nulla mancasse di quanto può esercitare la curiosità e la critica dei nostri lettori, ci crediamo in debito di far noto ciò che in tale proposito scrivevasi da un erudito a cui l’editore avea dato commissione di esaminare e spogliare la sopraddetta Corrispondenza. “Delle dieci lettere (egli scrive) che ne ho trascelte e vi mando, quattro sono inscritte sotto il nome di Carl. Pauli o Carol. Pauli, invece di Padre
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