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lettere di fra paolo sarpi. 363

biltà; dicendo che l’autore ne aveva mandato duemila esemplari ad ambedue le Indie, acciocchè il suo nome o la sua virtù, con l’effigie, cavalcasse l’Atlantico e l’Equinoziale, ed il suo valore fosse conosciuto alle Indie. Solevano i padri Gesuiti donare il paradiso; ora sono donatori della fama in questo secolo. Una cosa mi fa stupire: il re ha eretto una nuova cattedra nella Università di Parigi per leggere le Controversie della religione, e data alli Gesuiti. Il Parlamento resiste a verificare le lettere regie, ma senza dubbio in fine cederà. Non so perchè, quel re, quale altre volte cercava di mettere in silenzio le dissensioni, ora vogli donar fomento. Mi pare che non potrà passare la esecuzione di questo senza disgusti notabili in progresso fra le parti.

Da noi non abbiamo cosa nuova, se non che il nuovo abate della Vangadizza1 anderà a Roma: ha già per questo visitato il nunzio e gli altri ambasciatori, e ricevute le visite rendutegli da loro in casa del padre.

A Roma la corte sta in grande aspettazione di promozione di cardinali; quale è poco verisimile. L’ambasciatore degli Stati partì ieri mattina, soddisfatto pienamente. Sabbato fu destinato alli suoi signori, per corrispondergli, il cavalier Tommaso Contarini; dopo di che, vi furono qualche difficoltà promosse da alcuni, se si doveva far elezione di persona di tanta qualità. Questo signore vi va tanto volentieri, che non si può di più.


  1. L’abbazia di Vangadizza era stata, per transazione, conferita al patrizio veneto Matteo Priuli, riservandosi però una pensione di cinque mila ducati a favore del cardinal Borghese, nipote del papa. Vedi la Lettera XCIII, pag. 305.