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200 lettere di fra paolo sarpi.

passati. Perchè non contentarsi di lasciar in ambiguo quello che vi è stato sino al presente? Sentii dire una volta (e ne lascio il giudizio alli intelligenti) che sono statuiti li articoli della fede: chi non li riceve, non ha la fede ed è infedele; ma chi, oltra quelli, crede alcun’altra cosa e la vuole per articolo, e perciò si separa dagli altri, quello è settario: onde non veggo V.S. in pericolo di questo, perchè ella lascia la materia sospesa. Più tosto hanno da considerarsi quelli che formano l’articolo: non credo però che vorranno separarsi da chi non l’ammetterà per certo. Infatti, sottentrano sempre li abusi vecchi, e chi ha cacciato il tiranno della repubblica, se ben con buon zelo, offertali la comodità di acquistar dominio, è molta grazia di Dio se sta nelli termini.1 Di questa materia scriverei più lungamente, quando la lunghezza del viaggio non portasse molti accidenti intermedii.

Il Menino s’è ritirato a Padova, e là si trattiene (penso) con qualche vergogna; sì perchè avendo il principe onorato sei di dugento ducati per uno all’anno, oltre quello che avevano, egli non è stato nominato; sì perchè un gentiluomo che lo teneva in casa, l’ha licenziato.2 Ma delli andati a Roma, fra Fulgenzio si è diportato meglio, perchè ostinatamente ha negato di voler ricevere alcuna penitenza pubblica; confessando d’aver fallato, con dire che questo era contro la fede datagli, nella qual’essi


  1. Non fa d’uopo avvertire i lettori di porre attenzione alla sapienza politica che sta rinchiusa in queste parole
  2. È quel Menino (vedasi a pag. 78, nota 1), che, com’è poi detto nella Lettera XLVII (pag. 168) erasi dato a credere d’esser fatto cardinale.