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lettere di fra paolo sarpi. 41

sto della pelle, e io abbi passato senza pericolo della vita: beneficio che io conosco da Dio solamente, al quale ha piaciuto operar questa maraviglia. Non ho dubbio alcuno, che hanno potuto uccidermi sul loco mille volte, quando la protezione divina non m’avesse soccorso: la quale sii sempre lodata. Non mi sarebbe spiaciuto il morire per la causa che ha mosso questi tali; nè mi piace l’esser restato in vita, se non quando piaccia a sua Maestà Divina ch’io m’adoperi in servizio della causa medesima.

Partì il signor Foscarini1 quale credo sarà giunto innanzi l’arrivo di questa, con tutto che la stagione sii molto contraria al suo viaggio. Tengo che l’opera sua sarà di molto profitto: però ogni mia confidenza è in lui, presupposto che piaccia a Dio di svegliar li sonnolenti, d’aprir gli occhi alli ciechi e di mortificare l’ardire de’ cattivi. Senza il che, tutte le cose saranno vane.

Qui corse voce, che la pace ne’ Paesi Bassi si concluderà, se bene non ci è nuova che sino al presente ci sii altro, che la ratificazione della tregua fatta dal re di Spagna: cosa che se bene pare il tutto, nondimeno nel trattare il rimanente, tante cose possono attraversarsi, che si può anco dire sii un niente. Parmi che nessuna cosa si possi prevedere per ragione; e dopo ch’io ho veduto le cose passate qui, resto stordito e fatto come uno scettico nelle cose umane. Non pareva verisimile che s’accomodassero con tanta facilità; ma, composte, chi non avrebbe giudicato vedere una concordia per-


  1. L’ambasciatore Antonio Foscarini, al quale è diretta la Lettera XVI, e più altre.