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nota 419


non fosse esaminata dal vescovo. Quanto a gli stampatori e divulgatori de’ libri; replicò, che in nissun modo gli piaceva la risposta; che dovessero eseguir la sentenza del papa, e dell’imperatore, che i libri si abbrugiassero, e fossero puniti i divulgatori d’essi, instando e avvertendo che in quello stava il tutto. E quanto a’ libri da stamparsi, si dovesse servare il moderno concilio lateranense. Ma quanto a i preti maritati, la risposta non gli sarebbe dispiaciuta, s’ella non avesse avuto un aculeo alla coda, mentre si diceva, che se commetteranno qualche scelleratezza, saranno puniti da i prencipi o potestá. Perché questo sarebbe contra la libertá ecclesiastica, e si metterebbe la falce nel campo d’altri, e si toccarebbono quelli, che sono riservati a Cristo. Conciosia cosa che non dovevano i prencipi presumer di creder, che per l’apostasia si divolvesserò alla loro giurisdizione: né potessero esser castigati da loro degli altri delitti; imperoché restando in loro il carattere, e l’ordine, sono sempre sotto la potestá della Chiesa; né possono far altro i prencipi, che denonciarli a’ loro vescovi e superiori, che li castighino. Concludendo in fine, ricercarli ad aver sopra le suddette cose piú matura deliberazione, e dar risposta megliore, piú chiara, piú sana e meglio consultata. nessun potesse predicar, se la dottrina sua non fosse esaminata dal vescovo. Quanto alli stampatori e divulgatori de’ libri, replicò che in nissun modo le piaceva la risposta; ma che dovessero eseguir la sentenzia del papa e dell’imperatore; che i libri si abbruciassero e fossero puniti li divulgatori di essi: instando ed avvertendo che in questo sta il tutto. E quanto alli libri da stamparsi, si debbia servar il moderno concilio lateranense. Ma quanto alli preti maritati, la risposta non li dispiacerebbe se non avesse un aculeo nella coda, mentre si dice che se commetteranno alcuna sceleratezza saran puniti dalli prencipi o potestá; perchè questo sarebbe contra la libertá ecclesiastica, e sarebbe metter la falce nel campo d’altri e toccar quelli che sono reservati a Cristo. Conciossiacosaché non debbono li principi presumer di credere che per l’apostasia si devolvino alla loro giurisdizione, né possino esser castigati da loro degli altri delitti; imperocché restando in loro il carattere e l’ordine, sono sempre sotto la potestá della Chiesa, nè possono far altro li principi che denonciarli ai loro vescovi e superiori che li castighino; concludendo in fine che li ricercava ad aver sopra le medesime cose piú matura deliberazione, e dar risposta megliore, piú chiara, piú sana e meglio consultata.

Questo specialmente nel primo libro, ma anche negli altri la mania correttiva del De Dominis non conosce tregua, teso ogni suo sforzo a dare la vagheggiata forma letteraria allo storico veneziano. Invero anche il Sarpi, scrivendo, ha l’occhio fisso ai grandi scrittori cinquecenteschi, ma chi legga s’accorge subito