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14 l'istoria del concilio di trento


commendando la buona volontá dell’imperatore e le opere fatte in pubblico servizio della Chiesa, e concludendo d’aver udite le proposizioni, alle quali averebbe avuto la considerazione che meritavano, e risoluto quello che avesse piaciuto a Dio inspirarli. Il cardinale, dopo aver provato in diverse audienze private d’aver qualche buona risoluzione dal pontefice, vedendo che altro non si poteva da lui avere, lasciata la instruzione a don Diego di Mendoza, quale l’imperatore a questo effetto aveva fatto andar a Roma da Siena, dove si trovava per accomodare le differenze di quella repubblica, si parti e tornò in Augusta.

Don Diego nel consistoro pubblico congregato per dare il cappello al cardinale di Ghisa, dove ogni qualitá di persone può esser presente, si presentò inanzi al papa, e li espose l’istesse cose dette dal cardinale; aggiongendo aver commissione, se la Santitá sua interponeva dilazione o scusa, di protestare che la sinodo di Bologna non era legittima. Rispose il pontefice volere prima intendere la mente e le ragioni delli padri del concilio di Bologna, e comunicare la proposta con li re e principi cristiani, per far risoluzione matura in servizio di Dio e sodisfazione comune.

Il cardinale di Ghisa in quello stesso consistoro fece un pubblico ragionamento per nome del re di Francia; e disse in sostanza che il re Francesco non aveva mai perdonato a spesa e pericoli per mantenere la libertá anco delli altri principi; in conformitá di che Enrico, non degenerando dalla bontá paterna, subito cessato il dolore per la morte del padre, aver voluto dechiarare la sua osservazione verso la sede romana; esser illustri i meriti dei re di Francia verso i pontefici, e superare tutti quelli delle altre nazioni; ma sopra tutto esser molto opportuno questo che fa il re, promettendo tutte le sue forze per conservar la dignitá pontificia, in questo tempo che è cosí vilipesa. Aggionse che pregava il pontefice a ricever il re per figliuolo e promettersi da lui ogni aiuto; e del resto aver mira che la Chiesa non ricevi alcun danno o vergogna, essendo ben noto da che deboli principi sono nate de gran