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a guisa di que’ che corrono il palio; spogliatele di que’ replicati battimenti d’una stessa nota, d’onde derivano cantilene, non solo leziose, ma pettecolesche, delle quali sono imbellettate; spogliatele del continuo mischiamento de’ modi maggiore e minore, con che si stravolta l’armonia e si vendono vetri per diamanti; spogliatele, per finirla, di quelle tante diminuzioni , che vi appongono gli scrittori, e delle altre molte , colle quali i cantori, con voce che mai non posa, le infiorano anche fuor di stagione: quindi tornate a dar loro un’occhiata, e vedrete con vostra sorpresa che, tolto quel fascino de’ sensi, ne giudicherete ben diversamente da quello che ve n’era in avanti panno (24).

XLV. Piace ancora si generalmente questo modo di scrivere, perchè poco generalmente si conosce la musica . La moltitudine contenta di sentirsi solleticar le orecchie, non ispinge più oltre le sue considerazioni . Ella vien mossa unicamente da un diletto qualunque , non già da un diletto ragionato, figlio della osservazione e della riflessione. Paga, anzi superba di poter dire che ogni uomo è dotato d’una sensibilità naturale per gustare il bello, non avverte poi quanto sieno differenti i gradi di questa sensibilità in ciascuno degli uomini: e molto meno vuol persuadersi che per lo discernimento del vero bello dal falso non le possa bastare la sola naturale sensibilità, ma che di più abbia ad aver bisogno d’usar del discorso, per non prender solenni abbagli. Di questa naturale sensibilità per gustare il bello „ in alcuni ne appar soltanto