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in soccorso dell’arte, allorquando ne consigli l’uso o ’l bisogno o’I vantaggio, in que’ casi, cioè, else la poesia esiga espressioni forti, energiche, e straordinarie. L’usar dunque le suddette modulazioni nelle ordinarie espressioni è un vizio che porta seco la perniciosissima conseguenza d’infiacchire e render quasi di nessun valore l’effetto delle medesime, qualora una forte espressione poetica il richieda, perchè rendute troppo familiari alle orecchie degli uditori, pel continuo abuso che se n’è fatto. Rilevasi finalmente che sarà sempre ottimo consiglio che queste modulazioni sieno messe in opera con un qualche artifizio, onde non compariscano inette, e che mai non si trovino scompagnate da una qualche relazione armonica: condannandosi con ciò certe stranissime modulazioni che offendono la fantasia, e straziano le orecchie di chi ascolta (29).

XVI. Vi ho fin qui ragionato, Accademici ornatissimi, della prima delle parti, che costituiscono, come sul principio si disse, qualunque musico componimento, cioè della melodia, considerata e come espressiva, e come ben modulata. Ne ho accennate le doti, non ne ho taciuti i difetti. Lascio adesso al saggio vostro discernimento il giudicare, se mi sia bene apposto, o no. Del resto, siccome i nostri canti sono quasi sempre accompagnati dall’armonia, e non essendo perciò la melodia che una parte, quantunque primaria, della nostra musica, e dovendosi d’altronde confessare che l’armonia è il vero fondamento e della melodia e della modulazione (30): perciò l’ordine del discorso