Pagina:Sannazaro - Arcadia, 1806.djvu/188

158


ricordata da Euripide nel Prologo d’una delle sue Tragedie. La Delfica, di cui parla Crisippo nel libro della divinazione. La Cumea d’Italia, nominata da Nevio ne’ libri della guerra Punica, e da Pisone negli Annali. L’Eritrea nata in Babilonia, che Apollodoro Eritreo afferma essere stata della sua città, e aver vaticinato a’ Greci che Troja sarebbe perita, e che Omero avrebbe scritto cose favolose. La Samia, di cui Eratostene disse averne trovato menzione negli antichi Annali di Samo. La Cumana, di nome Amaltea, o come altri vogliono Demofile, o Erofile. L’Ellespontica, nata nel territorio Trojano, della quale scrisse Eraclide Pontico essere vissuta a’ tempi di Solone e di Ciro. La Frigia, che vaticinava in Ancira. Finalmente la Tiburtina, di nome Albunea, che in Tivoli si onorava qual Dea, lungo le ripe dell’Aniene o Teverone, nel cui gorgo narrasi che ne fu ritrovato il simulacro avente in mano un libro. Fra tutte l’Eritrea, la Cumea d’Italia, la Cumana, sono le più celebrate. Virgilio fa particolare menzione della Cumea, perchè coll’ajuto di lei scese Enea all’inferno, e di nuovo tornò sulla terra. Ella soleva scrivere le sue risposte sopra foglie di lauro, che da lei venivano distese in mezzo a cento porte, e per ogni piccolo aere che v’entrava dentro, le foglie si confondevano, tornandosene que’ che la consultavano senza risposta. Sembra che il nostro Poeta, rammentando lo scrivere nelle foglie, di questa e non d’alcun’altra voglia qui parlare.