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CAPITOLO XXIII.

L’ultimo colpo di Amali.

Jean Baret, cogli abiti a brandelli, il viso nero di polvere e la sciabola sanguinante, si era slanciato su per le scale del palazzo, seguito da Durga, dal fratello di Binda e da un drappello di soldati, per intimare anche al marajah la resa e trarlo prigioniero onde sottrarlo al furore del popolo.

I servi non osano più opporre resistenza e anche i candiani, che combattevano dalla cima delle verande e delle terrazze, gettano le armi chiedendo grazia.

Le sale vengono visitate, poi la galleria, gli appartamenti superiori, quindi i solai, la cupola; ma nè il marajah, nè i suoi ministri si trovano in alcun luogo.

Jean Baret, non potendo credere che fossero riusciti a fuggire, stava per procedere ad una nuova e più accurata visita, quando vide alcuni soldati trascinare un uomo sparuto, livido, che mandava acuti gemiti, raccomandandosi alla pietà dei vincitori.

— Signore — disse un soldato, spingendo innanzi