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Da vapore a veliero 37

Anche non poche sule apparivano occupate a dare la caccia agli hilobates, strani insetti somiglianti a quelli che si vedono correre sulle acque dei nostri stagni, forniti di numerose gambe e che, cosa incredibile, si incontrano talvolta a tre e perfino quattrocento miglia dalle coste dei continenti o delle isole.

Anche alcune coppie di grossi pesci comparvero nelle acque dell’yacht giuocherellando fra la spuma della scia; per lo più erano dei velieri, bellissimi e rapidi nuotatori lunghi oltre un metro e mezzo, d’una tinta bruna lucente sul dorso ed argentea sotto, armati d’una specie di corno assai solido, di cui si servono per assalire e con vantaggio, i capidogli e le balene.

Questi pesci sono eccessivamente battaglieri e non è raro che si scaglino perfino contro le navi, riuscendo sovente a piantare il loro corno così profondamente nei corbetti delle carene, da non essere poi più capaci di staccarlo, esponendosi così ad una lenta ed inevitabile morte.

Se ne scorgevano parecchi nei pressi dell’yacht e tenevano ben alta la loro larga pinna natatoia, che funzionava come una specie di vela e perciò appunto vengono chiamati velieri, quantunque siano dei pescispada più che altro.

Durante tutta la giornata, l’yacht continuò la sua corsa verso l’estrema punta della penisola yucatanese senza aver fatto nessun altro incontro e verso il tramonto giungeva di fronte al piccolo gruppo delle isole Jolbos, le quali sorgono a poche diecine di miglia dal capo Catoche.

La marchesa e Cordoba che erano risaliti in coperta, non volendo avventurarsi di notte sui banchi sabbiosi che si estendono intorno alla punta del Yucatan, decisero di tenersi fino allo spuntare della luna, nei pressi delle isole, per potere nel caso che qualche incrociatore comparisse, appoggiare prontamente verso la costa e cercare rifugio in qualcuno di quei numerosi seni che si aprono dietro le Jolbos.

Fatte terzaruolare le due rande per non esporsi a quegli improvvisi colpi di vento che si scatenano di sovente nel golfo del Messico e che riescono pericolosi pei navigli che si lasciano sorprendere con tutta la velatura spiegata, comandarono agli uomini di quarto di correre bordate in attesa dell’astro notturno che doveva sorgere verso le dodici.

— Speriamo di passare una notte tranquilla — disse la marchesa a Cordoba.

— Me lo auguro, eppure temo il contrario — rispose il lupo di mare. — Di notte gli incrociatori americani raddoppieranno la sorveglianza, donna Dolores. I yankee devono essere furiosi di non averci potuto raggiungere e catturare.

— Possono credere di averci ormai perduti.

— Hum!... Lo dubito, anzi io temo che nello stretto abbiano stabilito una tale crociera da chiuderci tutti i passi.