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Nei paraggi del Maelstrom 91

quando si accorsero di trovarsi in balìa del vortice! Tutte le manovre possibili furono nondimeno tentate per rompere la corrente circolare, ma invano.

La povera nave ormai trabalzava in mezzo alle onde. Il Maelstrom muggiva formidabilmente e l’acqua turbinava intorno, accavallandosi, sempre più impetuosa, verso il centro del gorgo.

Assieme alla nave, travolti nella medesima corsa, correvano montagne e banchi di ghiaccio, urtandosi e sfracellandosi e persino delle balene venivano attratte non ostante le loro formidabili code.

Il terribile momento s’avvicinava a gran passi. Già la nave si sbandava e scendeva rapida attraverso la parete liquida, minacciando da un istante all’altro di rovesciarsi.

L’orrenda descrizione che mi fece il marinaio, unico superstite di tutto l’equipaggio, non la dimenticherò mai, miei signori.

Il capitano, smarrito il senno, paventando la catastrofe, in un momento di disperazione s’era fatto saltare le cervella, mentre altri si erano precipitati fra le onde spumeggianti con la speranza di venire gettati fuori dal gorgo.

Quando la nave giunse quasi nel mezzo, si era già rovesciata sul tribordo, in modo che le estremità delle rande toccavano l’acqua. Oscillò un momento sull’orlo dell’immenso imbuto poi si sfracellò contro le rocce del fondo, sfasciandosi completamente.

Cosa accadde dopo? Il mio marinaio non me lo seppe dire mai. Si ricordò vagamente di aver provato un principio d’asfissia, poi più nulla. Eppure non annegò. Chissà per quali fortunate circostanze, dopo una prolungata immersione si trovò fuori dal gorgo, aggrappato disperatamente ad un avanzo della goletta.

Esso fu raccolto all’alba, a venti chilometri dal vortice, da una barca peschereccia di Mosken. Non aveva riportato gravi contusioni, ma i suoi capelli erano diventati bianchi come la neve e fu, per tre settimane, in preda ad un delirio terribile.

Ecco l’istoria della Storn-Vindel. –

Tutti erano rimasti silenziosi, ma nessuno aveva staccati gli sguardi dalle due isole che ora apparivano più nettamente. Pareva che ognuno cercasse di scoprire, nell’infinito orizzonte, il formidabile vortice.