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Laurvik 5

neamenti energici non ostante la sua gioventù, con baffetti e occhi neri, sorvegliava attentamente il carico, marcando ogni cassa, ogni barile, ogni oggetto che veniva issato in coperta.

Gli occhi dei curiosi, più che sulla nave e sui marinai, erano appunto fissi su quel giovane comandante. Dei dialoghi vivaci s’incrociavano specialmente fra i marini, suscitando dei rumorosi e degli svariati commenti:

– Vi dico io, – diceva un vecchio mastro d’equipaggio, dall’aspetto fiero e dai capelli ormai bianchi, – che quel giovane principe farà molta strada.

Ve lo dice papà Nerike, il più vecchio ice-master1 della Norvegia.

– Sì, – rispose un pezzo di gigante dagli occhi azzurri e dai capelli biondi, che portava un grosso gabbano di tela cerata, e che calzava pesanti stivali di mare, – quel giovane andrà lontano. Se non riuscirà a superare il nostro Nansen, non rimarrà molto indietro.

Vivaddio!... Ci vuole un bel fegato per tentare, alla sua età, una esplorazione polare.

– Specialmente quando si è principe di sangue reale e si ha dinanzi una splendida carriera, – riprese papà Nerike.

– E che non mancano tutti gli agi della vita, – aggiunse il marinaio gigante.

– E soddisfazioni, – seguitò un borghese panciuto che portava degli occhiali d’oro.

– E come è stata organizzata la spedizione!... – esclamò il mastro. – Io ho assistito a quella di Nansen; ebbene, vi posso dire che mai navigante polare è riuscito a completarla come ha fatto quel giovane principe.

Domandate un po’ al mio amico Andresen che fa parte dell’equipaggio, cosa ne dice.

Per mille balene!... Con una nave così bene equipaggiata e approvvigionata mi sarei sentito anch’io il desiderio di seguire quell’audace giovanotto, malgrado le mie sessantasette primavere.

– Ah!... – esclamò il gigante. – Tu hai parlato con Andresen?...



  1. Pilota dei ghiacci.