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94 E. SALGARI


— Sì, — rispose l’ingegnere. — Appena il trapano raggiunge le cavità dove il petrolio si cela, il gaz, la sabbia e l’acqua salata irrompono violentemente attraverso il foro, poi sale la nafta, che, depurata, diverrà petrolio.

— Esce in grande quantità?

— Talvolta sì, talvolta no. Vi sono, per esempio, dei pozzi, specialmente in Pensilvania, che danno perfino mille e cinquecento litri di nafta al giorno. Vi sono stati dei casi in cui il petrolio uscì in così prodigiosa quantità, da produrre vere inondazioni, costringendo i lavoranti ad innalzare le dighe per non perderlo. Qui la produzione non è ancora abbondante, ma può diventarlo da un momento all’altro, ed assicurare al proprietario di questi terreni dei bei milioni.

— Ed è solamente da poco che sfruttano simili risorse? — disse Annie.

— La prima miniera di petrolio non fu aperta che nel 1859, dalla Società di Pensilvania, e si ottennero subito, coll’impiego del derrik, risultati meravigliosi, poichè il primo getto diede più di centocinquanta barili di nafta al giorno. Fortune immense furono fatte in quell’epoca, che i proprietari divorarono con altrettanta rapidità.

Io ho conosciuto uno di quei re del petrolio ridotto a vivere di carità, dopo aver sprecato milioni e milioni...

— Di petrolio, — disse Blunt, ridendo.

— E di dollari insieme, — aggiunse l’ingegnere. — Il derrik ha fatto la fortuna di molte persone.

— Non si estraeva così prima? — chiese Annie.

— No, s’impiegava un processo molto strano, che dava risultati assolutamente inadeguati. Immaginatevi che scavavano dei semplici pozzi e, per levare la nafta, usavano delle coperte di lana.

— E che cosa ne facevano di quelle coperte? — chiese lo scrivano.

— Le lasciavano inzuppare di petrolio e poi le torcevano, raccogliendo quello che sgocciolava.

— Non dovevano certo adoperarlo per l’illuminazione.

— No, gl’indiani lo usavano per guarire talune malattie e per mantenere il fuoco eterno nella tenda dedicata al Grande Spirito.

— Allora gl’indiani conoscevano il petrolio prima degli yankee?

— E molti e molti anni prima che i pensilvani pensassero a usufruire di quegli incalcolabili tesori nascosti nelle viscere della terra.

Annie, odo il fischio del nostro treno. Torniamo alla stazione e riprendiamo i nostri posti.

— Signor Harris, — disse Blunt. — Quando lasceremo la ferrovia?

— Domani, nel pomeriggio, giungeremo a Peach-Springs e