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coppia di teruteri, specie di pavoncelli ed era volata via, mandando acute strida.

— Qualcuno ha spaventato quegli uccelli, — disse il mastro con inquietudine. — Che gl’indiani siano giunti già qui?

— Diego!...

— Che vedi?

— I cactus si agitano dinanzi a noi.

— Imbraccia il fucile e sta pronto a far fuoco.

Cardozo puntò l’arma nella direzione indicata. Si vedevano i cactus leggermente piegarsi a destra e a sinistra come per dar posto ad un corpo, e si udiva tra le foglie un certo strofinìo accompagnato da un lieve tintinnìo.

Il mastro ed il coraggioso ragazzo, inginocchiati dietro il cavallo, coi fucili puntati, decisi a tutto aspettavano col dito sul grilletto.

Una testa finalmente apparve a pochi passi e una voce a loro ben nota disse rapidamente:

— Coprite la testa del vostro cavallo.

— Ramon! — esclamarono i due marinai.

— In persona, — rispose il gaucho.

— S’avvicinano gl’indiani? — chiese Cardozo.

— Quali?

— Quelli che abbiamo veduto, — disse Diego.

— Ma dove?

— Oh! — esclamò il lupo di mare al colmo della sorpresa. — Non li avete veduti passare a tre chilometri da qui?

Il gaucho si mise a ridere.

— Non vi comprendo, — disse il mastro.

— Ma, amico mio, sono cavalli quelli che avete veduto.

— Senza cavalieri?

— Cavalli selvaggi e nulla più.

— E perchè vi siete nascosti?

— Per sorprenderli. Si dirigono a questa volta, e fra breve io e Pedro daremo a loro la caccia.

— Sono molti? — chiese Cardozo.

— Una trentina.

— E perchè volete che copra la testa del nostro cavallo?