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capitolo vi. — il gulf-stream. 49

di mano in mano che si allontana dalle regioni equatoriali, si raffredda. Se la memoria non m’inganna, io so che a Sandy-Hock la sua temperatura fu riscontrata di 23° centigradi alla superficie e di 18° a 22° alla profondità di dugento metri e di soli 2° a 4° alla profondità di seicento, mentre sulle coste europee non ne conservava che 18° alla superficie e soli 3° a dugentocinquanta metri di profondità.

— E credete voi, capitano Nunez, che sia utile questa corrente o dannosa? Mi hanno detto che le grandi nebbie, che riescono così pericolose alle navi che si recano a Terranuova, sono causate dal Gulf-Stream.

— È vero, signor di Chivry, — disse il negriero. — Le acque calde della corrente incontrandosi con quelle fredde che scendono lungo le coste del Labrador e recanti gli ammassi di ghiaccio che si staccano dai grandi banchi polari, cagionano nebbie intense sommamente pericolose alle navi; ma se non vi fosse la corrente, vi dirò pure che l’Inghilterra e tutte le terre del nord-ovest dell’Europa non godrebbero il clima relativamente mite che oggidì hanno, e nulla avrebbero da invidiare alle gelide coste della baia di Hudson e di Baffin. Il loro clima lo devono alla benefica influenza delle acque della corrente, le quali spargono una gran parte del loro calorico lungo le coste europee che radono.

— Ma, durante gli uragani, non riesce pericolosa questa corrente?

— Tutte lo diventano quando il vento si scatena, sollevando le acque. Allora fra la corrente e il mare circostante s’impegnano lotte furibonde che i navigli devono evitare.

Mi ricordo che una volta il Gulf-Stream, spinto dal vento, ricacciò verso la foce il fiume Bahama, il quale, non potendo più scaricarsi, si alzò per oltre trenta piedi. Mi ricordo pure che nel 1780 la grande corrente, sollevata da un terribile uragano, uscì furiosamente dal suo letto rompendo le acque dell’Oceano che le facevano argine e si rovesciò con tale furore contro il grande arcipelago delle Antille, da squarciare perfino le terre, da demolire intere colline, annegando circa ventimila persone.