Pagina:Salgari - Il re della prateria.djvu/171


capitolo vi. — la valle salinas. 165

— E gli Indiani cacciano i bisonti per trarne le sole pelli?

— Oibò, l’indiano lo caccia per vivere. Uccisi gli animali, gli scuoia, gli taglia a pezzi, e secca la carne convertendola in tasaio e in pemmican.

— Non vi comprendo.

— Mi spiego: il tasaio è la carne tagliata in sottili listelle e seccata al sole; il pemmican è carne prima seccata, poi battuta finchè sia ridotta in polvere, e poi insaccata assieme ad una certa quantità di grasso.

— Ne distruggeranno molti anche gl’Indiani.

— Certamente, essendo la carne del bisonte il loro nutrimento principale. È necessario per loro e lo seguono nelle sue emigrazioni; ma non lo uccidono che quando ne hanno bisogno, poichè sanno che se spegnono la sua razza, spegneranno pure la loro.

È curiosa, ma è vera: l’animale primitivo unisce l’uomo primitivo e questo non può vivere senza quello. Infatti fra gli indiani vi è una tradizione che dice: <la pelle rossa scomparirà, quando non vi sarà più bisonti> ed è esatta. I bisonti scemano e scemano pure le tribù indiane.

Buona notte ora, signor marchese, e speriamo che ci lascino finalmente riposare, chè ne abbiamo tanto bisogno. —

Nessun allarme venne a turbare il sonno degli accampati. Gli uomini di guardia, che si succedevano di tre in tre ore, non udirono alcun rumore rompere il silenzio che regnava sull’oscura prateria.

Alle otto del mattino, la carovana si rimetteva in cammino dirigendosi costantemente verso l’est.

La prateria pareva deserta; si sarebbe anzi detto che prima d’allora non era mai stata attraversata da una banda di uomini bianchi, poichè non si scorgeva la menoma traccia di passaggi recenti od antichi. Perfino gli animali pareva che mancassero, poichè non si vedeva alcuno di quei grossi ruminanti con la gobba e la testa enorme e villosa, nè alcun antilope, nè alcun daino, e nemmeno di quelle bande di cavalli selvaggi, che s’incontrano spesso nelle altre praterie. Solamente in aria svolazzavano pochi wakon, bellissimi uccelli dall’ardito volo, ed in terra apparivano, qua e là,