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Il passaggio del Bacat 209


— Grazie, Hong, — disse Than-Kiù, stendendo la mano al valoroso chinese. — A te devo ancora la vita.

— Insieme alla tua c’erano anche le nostre da salvare, — rispose Hong, sorridendo.

— Ve n’è però ancora un’altra da strappare alla morte, Hong.

— Sì, quella del giovane Tiguma, — disse il chinese, — e questa sarà ben più difficile, Than-Kiù.

— Noi non possiamo abbandonare quel valoroso fra quei feroci banditi.

— E non lo abbandoneremo, Than-Kiù, dovessimo sfidare la morte, tanto più che quel giovane ci è necessario per condurre a termine la nostra impresa.

— E come faremo, Hong?... Chi di noi sa dove hanno il loro villaggio quei cacciatori di teste?...

— E poi forse a quest’ora l’avranno ucciso, — disse Pram-Li.

— Tiguma?... — chiese Hong.

— Sì, — rispose il malese.

— Se non l’hanno decapitato quando lo fecero prigioniero, suppongo che non l’avranno ucciso dopo. Tu hai udito raccontare che i cacciatori di teste talvolta risparmiano gli uomini che cadono nelle loro mani.

— Comunque sia, noi avremo molto da fare a liberarlo, Hong, — disse Than-Kiù.

— Forse meno di quello che tu credi, Fiore delle perle!... — esclamò il chinese, alzandosi precipitosamente.

— Cos’hai, Hong!...

— Vi è un uomo che sta attraversando il fiume.

— Ancora quei banditi? — gridò Pram-Li, armando il fucile.

— Questa volta si tratta invece d’un amico, — rispose Hong.

— Tiguma che ritorna?...

— No; è il nostro provveditore, e sono quasi certo di non ingannarmi. Venite!... —

Lasciarono gli alberi che li proteggevano e si diressero verso la riva. Proprio in quel momento un giovane selvaggio, quasi nudo, non avendo che un piccolo sottanino di pelle di pantera, giungeva sul banco di sabbia.

In una mano teneva un piccolo arco e alcune frecce ed alla cintura portava un coltellaccio dalla lama larghissima e molto lucente.

— Sì, è Vindhit, — disse Hong. — Ecco una fortuna che non speravo. —

Il giovane selvaggio erasi fermato all’estremità del banco, come se fosse dubbioso fra l’avanzarsi ed il retrocedere.