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i naviganti della meloria 61

talvolta aveva degli strani bagliori. Si avrebbe detto che quel tratto di tunnel era stato aperto attraverso ad un bacino carbonifero.

Forse la supposizione era giusta, poichè l’aria del canale era impregnata di gas. Talvolta anche il naso dei naviganti veniva colpito da un odore acuto, come da esalazioni di bitume e di petrolio.

— Non sentite questo odore, signor Bandi? — chiese padron Vincenzo. — Si direbbe che qui presso vi è qualche magazzino di petrolio.

— L’ho già notato, — rispose il dottore — e devo anche dirvi che m’inquieta.

— E perchè, dottore?

— Questo odore ci indica che noi non siamo lontani da qualche sorgente petrolifera.

— Da una sorgente!... Possibile, signor Bandi, che vi sia del petrolio anche in Italia?... Credevo che si trovasse solamente nei dintorni del Mar Nero ed in America.

— I pozzi non mancano anche da noi, Vincenzo, anzi ve ne sono tanti che se venissero seriamente lavorati, l’Italia non avrebbe più bisogno di provvedersi dai russi o dagli americani. La provincia di Parma, per esempio, è ricchissima di pozzi e così pure quella di Caserta. Vi sono anche delle sorgenti nei terreni di Tocco, giù nell’Abruzzo e anche la Sicilia non ne è sprovvista.

— E non lo raccolgono quel petrolio.

— Sì ma con certi mezzi così primitivi che farebbero ridere i russi e gli americani se li vedessero. Una vera industria petrolifera non è stata ancora impiantata da noi per ora, però si dice che si stia formando una potente società straniera per sfruttare le nostre sorgenti.

— E credete che siano così ricche da poter gareggiare con quelle americane?

— Non daranno certo le immense quantità di petrolio che producono quelle degli Stati Uniti e del Canadà, ma io sono convinto che si ricaverebbe il necessario per la nostra consumazione interna.

— Ho udito a raccontare che i proprietari dei pozzi e delle sorgenti d’oltre Atlantico, ne ottengono delle migliaia di litri al giorno.

— Delle migliaia di barili, mio caro, anzi dei milioni. Pensa che vi sono non meno di cinquemila pozzi negli Stati Uniti e nel Canadà e che uno solo, quello di Euriskillen ha dato, in circa due anni, la bagatella di sedici milioni di litri di petrolio quasi puro.

— Forse che non è sempre puro il petrolio?

— Mai più. Talvolta se ne trova di quello che è abbastanza limpido, ed allora si chiama nafta, ma generalmente è rossastro e molte volte nero e vischioso come una pece sciolta ed allora si chiama bitume. Si trova perfino allo stato solido conosciuto sotto il nome di asfalto.

— Bisogna quindi purificarlo, prima di metterlo in commercio.

— Quasi sempre, Vincenzo — rispose il dottore.

— E credete che noi siamo vicini a qualche sorgente di petrolio?

— Io dico che queste acque ne sono impregnate.

— Oh!