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una difesa disperata, non ignorando che i pirati della Sonda ben di rado accordano quartiere ai vinti.

– Sono pirati? – chiese Held, muovendo incontro a O’Paddy.

– Sì, signore, e dei più pericolosi – rispose questi, con finta preoccupazione.

– Allora ci daranno battaglia?

– Vengono per saccheggiare il vascello e forse per massacrarci o farci schiavi.

– Sono molti?

– Siamo pochi in paragone a loro, ma avranno da fare se vorranno salire a bordo. Siamo decisi a resistere fino all’estremo.

– Ma abbiamo una donna ed un fanciullo.

– Non ho paura, signore – disse Amely con fierezza. – Mio padre mi ha insegnato a maneggiare il fucile e non esiterò a servirmene.

– Ed io me ne rido di quei ladroni – disse Dik. – Consideratemi come un uomo e vi assicuro che il mio fucile non mancherà, quando quegli uomini giungeranno a tiro.

– Vi credo, ma quei pirati non saranno soli, e respinti, torneranno più tardi con maggiori forze. Fortunatamente il mio malese conosce uno di quegli uomini e noi andremo ad offrire a quei pirati il possesso di questo rottame, a condizione che ci lascino sbarcare senza molestarci.

– Accetteranno? – chiese Held.

– Lo spero – disse O’Paddy.

– E se invece vi uccidono?...

– Penserete voi a vendicarci. Orsù, affrettiamoci e caliamo il gran canotto.

Si portarono sul cassero e fecero scendere in mare la scialuppa, servendosi dei paranchi della grue. O’Paddy ed il malese, entrambi armati di scuri e di fucili, vi presero posto.

– Volete che venga anch’io? – chiese il siciliano. – Vi assicuro che quei musi colorati non mi fanno paura.

– È inutile – disse O’Paddy. – Rimanete a guardia della signorina e del ragazzo. Se dovremo venire alle mani, fate tuonare il cannone ed i fucili.

– Se vedete che vi accolgono male, affrettatevi a poggiare verso di noi – disse Held.

– Non temete.