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una caccia al volo 233

o semiabitabili non sono che quarantasei milioni di miglia quadrate. Calcolato che le terre fertili non possono nutrire più di duecento sette abitanti per miglio quadrato, vedrete che non rimarrà gran margine pei nostri futuri nipoti. E non dimenticate che fra i quarantasei milioni di terre, ve ne sono quattordici di steppe e quattro di deserti.

— Sicchè voi credete che fra due o trecento anni la nostra terra non sarà più capace di nutrire tutta la sua popolazione.

— Molto prima, signor Rokoff. Da un calcolo fatto da eminenti scienziati, parrebbe che quell’epoca fatale dovesse scadere dopo il duemila. Vi sarà forse dell’esagerazione, perchè vi sono certi paesi anche oggidì occupati da una popolazione intensissima e che pur vivono comodamente. La Cina, per esempio, ha duecentonovantacinque abitanti per miglio quadrato e il Giappone duecentosessantaquattro, eppure cinesi e giapponesi non muoiono di fame.

— La prima, però, di quando in quando, soffre delle carestie disastrose, — disse Fedoro.

— Questo è vero, e anche l’India perde ogni anno parecchie centinaia di migliaia d’abitanti, avendo già una popolazione troppo esuberante per la sua estensione. I morti di fame non si contano ormai più in quel paese.

— Gli scienziati troveranno il mezzo per raddoppiare le produzioni del suolo.

— Certo, ma non faranno altro che ritardare l’epoca fatale e niente di più.

— Sicchè, — disse Rokoff — se il sole non arrostirà l’umanità, questa sarà condannata a morire di fame.

— O tornare all’antropofagia.

— Preferisco vivere ora e mangiare costolette di bue piuttosto di avere per colazione una bistecca d’uomo. Meno male che noi non ci saremo più in quel tempo.

Il passo dei Crevaux era stato superato felicemente e lo Sparviero ridiscendeva verso l’altipiano, diretto al lago di Mont-calm, che è uno dei più alti, trovandosi a ben cinquemila metri sul livello del mare.

Il paese non accennava a variare. Era sempre il deserto di ghiaccio e di neve, con spaccature, abissi e scaglioni immensi che si succedevano con monotonia desolante.

Alle otto di sera lo Sparviero calava sulle rive settentrionali del Mont-calm, il quale era coperto da uno strato di ghiaccio.