Pagina:Salgari - I drammi della schiavitù.djvu/90

88 emilio salgari


e affermano gli scienziati, che dopo pochi giorni non vi sarebbe più siccità. Il progetto grandioso sarebbe degno di questo secolo.

– I tuoi scienziati, Esteban, sono pazzi.

– Io li chiamo invece grandi benefattori dell’umanità. I più grandi ingegni furono sempre trattati da pazzi, Alvaez, e non lo erano punto.

– È vero, – disse il negriero, – ma questo progetto mi sembra così grandioso da crederlo irrealizzabile. Chissà, forse le difficoltà non sono così grandi come sembrano e potrebbe darsi che i nostri nipoti lo vedano effettuato. Tutto è possibile, in questo secolo dei grandi ardimenti e delle grandi opere.

Il 3 ottobre, la Guadiana che filava con una velocità media di cinque nodi all’ora, essendo le brezze sempre deboli, tagliava l’Equatore a 20° 15’ di longitudine Est del meridiano dell’isola del Ferro, ed entrava nell’emisfero settentrionale per approfittare dell’eliseo e contemporaneamente della corrente che dovevano spingerla direttamente verso la foce dell’Amazzoni. Aveva percorso in quei dodici giorni un tratto relativamente assai breve in causa delle calme, ma ormai l’equipaggio si teneva sicuro di avvistare le coste brasiliane prima che il mese terminasse, non essendovi da superare che una distanza di poco più di duemilacinquecento miglia marine.

L’oceano si manteneva tranquillo ed era solamente solcato da larghe ondate, che correvano nel senso della corrente equatoriale. Malgrado quel perturbamento, le sue acque conservavano una trasparenza strana e si potevano discernere perfettamente i pesci a nuotare ad una profondità di oltre cento metri.

Questa estrema trasparenza dell’acqua non è solamente visibile nelle regioni equatoriali e tropicali; si osserva, anche nelle alte latitudini. Anzi nei mari boreali ed australi è maggiore, poichè i pesci sono visibili perfino a centotrenta metri sotto la superficie.

L’indomani vi fu un brusco cambiamento di tempo, che costrinse il giovane Vasco, a cui il bretone ormai affidava la direzione della nave, a far prendere terzaruoli alle vele basse per diminuire la superficie della tela.

Dei neri nuvoloni, gravidi di tempesta, s’alzavano verso il sud e s’avanzavano come cavalli sbrigliati, minacciando d’invadere tutta la volta celeste, mentre la brezza aumentava di minuto in minuto, prendendo le proporzioni di un vero uragano. A mezzodì la sua velocità era già di venti metri per minuto secondo, rapidità che acquista nei venti impetuosi.

L’oceano fino allora tranquillo, montò a vista d’occhio, scuotendo vivamente la Guadiana, la quale rollava e beccheggiava di-