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76 capitolo x.


CAPITOLO X.

L’acqua salata.

Cosa stava per succedere? Quale pericolo minacciava gli audaci cercatori dei tesori degli Inchi? Nessuno avrebbe saputo dirlo.

L’ingegnere e i cacciatori, aggrappati ai bordi del battello, colla testa all’insù, gli occhi sbarrati, fissi nella orrenda tenebra che celava forse una imminente catastrofe, attendevano il pericolo, pallidi e col cuore stretto da un’angoscia indescrivibile.

L’Huascar, col forno ricolmo di carbone, filava rapido come una rondine marina, fendendo le acque con un fremito sonoro. Morgan aveva caricato le valvole in modo tale da temere che la macchina scoppiasse; ma nessuno però pensava, in quel momento, a questo pericolo che pure non era meno temibile di quello che li minacciava. Le lastre metalliche tremavano sotto i colpi dell’elica che turbinava disperatamente fra le spumeggianti acque e il fumo non trovava posto sufficiente per uscire dal camino.

L’ingegnere, ancora padrone di sè stesso, ascoltava i rumori che venivano dall’alto, ritto sul banco di prua, accanto ad una lampada. Malgrado i colpi precipitati dell’elica, malgrado i muggiti della macchina e i fischi del vapore, udiva sulla sua testa cupi fragori, sordi boati, come esplo-