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alme ree ten’andrai, che non sosterranno gli Dei che io pria di te mi muoja». A tali insensate strane parole, Sinorige se sbigottito allor rimanesse non è da porre in dubbio; e già dalla forza del veneno conturbato sentendosi venir meno, procurò gli fossero recati rimedi opportuni, sebbene questi non gli giovando miseramente dalle nozze passò al sepolcro. La quale novella fu ben tosto narrata a Camma che con lieto viso, accolto l’ambasciatore, d’una preziosa gemma gli fe dono, e già dallo stesso liquore agitata in questi detti novellamente la lingua sciolse: «A te, o del mio Sinatto tanto gradito lieta ombra, vendicata ne volo, e tu m’accogli qual fida tua sposa; e poiché sì strette furon tra noi in vita le ritorte, deh lascia che, morta ancora, quest’ombra tra gli Elisi mirti teco in pace unita ad errar ne venga: qui non fia che invidia rea mai più nostri legami sciolga. Intanto prendi in vittima lo spirito del superbo Sinorige tuo inimico, che io a tributar ti mando»; ed aprendo le braccia, quasi ad abbracciar Sinatto s’apparecchiasse, tinta da mortal pallore, che più che mai vaga la rendea, accanto alla tomba di Sinatto facendosi porre, dolcemente spirò.