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sempre si veda dinanzi l’inestimabile premio della stima di quell’essere adorato, per cui soltanto gli è cara l’esistenza? Quali progressi non farà egli nelle lettere, e nelle scienze, e qual fama non sarà per acquistarsi, quando sempre abbia presenti le sue lodi, che di sprone gli servano all’inamabile fatica? Quanto infine non sarà retta, saggia, ed irreprensibile la sua condotta, se temerà non pur dell’azioni, ma del pensiero contaminare la purezza della fiamma che nutre?

Figlio (ripres’egli) pur troppo fallaci sonosi questi tuoi pensamenti. Io non gli so appruovare; ed anzi li reputo illusioni, che albergano nelle menti soltanto di coloro, che nutrendo anime gentili, e temprate alla virtù, sperano quindi di trovare agevolmente in altrui quelle qualità, di cui essi si sentono capaci. L’amore di cui tu m’hai fatta la dipintura di rado si mostra su questa terra, e sull’agili penne librato sfugge da questo asilo del vizio, e delle basse passioni. A mio credere egli abita sfera di questa ben più fortunata; e forse sarà egli riserbato a premiare un giorno colassù in cielo quelli esseri, per cui furono costantemente le leggi sante di virtude onorate quaggiù, ed osservate. Non lusingarti quindi di assaporare per


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