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vita è un sogno, che tutto quaggiù è chimera ed illusione, beato colui, che ridenti illusioni, e lieti sogni saprà procacciarsi! Sì, ben mille volte avventurato si chiami, chi lontano dal tumulto delle malnate passioni, chi dimentico de’ mali recati all’umanità dal pazzo orgoglio de’ pochi, e dall’ignoranza de’ molti, sa abbellire la romita sua stanza di fresche erbette, cui notturna rugiada rende di color mille risplendenti, d’acque che con soave susurro sgorgano da cava rupe a nera elce sottoposta, e sa sì vivamente accendere la sua immaginativa, che in quel suo tacito ritiro gli sembri d’ascoltare gl’innocenti colloquj di Dafni, e di Cloe, che de’ loro amori semplici, e puri vadano ragionando!

O immaginazione, dono celeste all’uomo sensibile accordato dal sommo Creator delle cose, per compensarlo de’ mali ignoti agli animi vulgari: tu, che popoli il vuoto spazio di esseri fantastici; che rendi l’uomo d’oggidì contemporaneo delle nazioni illustri, le quali più non esistono che nella sua memoria: tu, che di sfera in sfera tutte le porte gli schiudi, tutte le vie gli additi del firmamento, e lo nabissi poi tutt’a un tratto nel tenebroso regno dell’ombre, di cui rischiari de’ tuoi raggi

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