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358 COME VI PIACE

lando, desidera di venire incognito a provarsi contro di me. Ma domani, signore, io mi batto per sostenere la mia riputazione, e quegli che mi sfuggirà senz’aver qualche membro rotto, dovrà esser molto pago di se stesso. Vostro fratello è giovine e delicato, e non vorrei a contemplazione vostra fargli alcun male; cosa a cui sarò nondimeno costretto, per non compromettere il mio onore, s’egli entra, in lizza: così l’affezione ch’io vi porto m’indusse a prevenirvi, onde il dissuadiate dal suo disegno o acconsentiate a sopportare con rassegnazione la disgrazia alla quale s’esporrà: egli l’avrà voluta contro ogni mia intenzione.

Ol. Ti ringrazio, Carlo, delle tue premure, e te ne sarò riconoscente. Era già stato avvertito del divisamento di mio fratello, e aveva fatto quanto era da me per distornelo, ma non giovò. Egli è, mio caro Carlo, il giovane più caparbio, più ambizioso, più invido del merito altrui, che siavi in Francia; è un traditore che tramò anche contro dì me, che sono suo fratello. Comportati dunque seco come vuoi: m’è indifferente che tu gli rompa un dito o il collo; però bada che se l’offendi solo leggermente, e se egli non riesce vincitore di te, cercherà d’avvelenarti, ti tenderà qualche laccio funesto, e non ti lascierà, se rapita non t’abbia la vita, per violenza o per tradimento; perocchè t’assicuro, e non potrei dirlo senza piangere, che non v’è creatura al mondo che così giovane sia tanto malvagia. Non ti parlo di lui, che colla cautela d’un fratello, ma s’io discendessi ad altri particolari, arrossirei e fremerei, e tu impallidiresti di spavento.

Car. Godo di saperlo; se domani viene, lo concierò a dovere; se potrà più camminar solo dopo essersi battuto con me, non lotterò mai più in vita mia: Dio sia con voi.

Ol. A rivederci, buon Carlo. (Car. esce) Ora ecciterò il mio giovine atleta, e così riescirò a toglierlo di mezzo. Sull’anima mia, non v’è nessuno ch’io odii più di lui: egli ha il cuor nobile, è istrutto senz’essere mai stato a scuola, parla bene, è amato da tutti, e fino dai miei vassalli viene anteposto a me. Tale predilezione è insoffribile, e Carlo vi porrà riparo. Non mi rimane che da indurre il giovine alla lotta, e tutto sarà finito. (esce)