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ATTO TERZO 157


Is. A tal linguaggio riconosco mio fratello; questa voce è escita alla tomba di mio padre. Sì, devi morire; tu hai troppo cuore per poter serbare la vita a prezzo della viltà. Quel ministro che veste apparenze di santità, la di cui austera parola e il freddo volto agghiacciano il sangue della giovinezza, e fan fuggire la follìa come colomba tremante sotto l’ala del falco, ebbene, egli è un demonio, e se si scrutasse addentro nell’impura sua anima, vi si troverebbe un abisso d’iniquità profondo come l’inferno.

Claud. Il signor Angelo?

Is. Oh! ei veste la divisa del diavolo che compiacesi di far pompa di splendidi ornamenti. Crederai tu, Claudio, che s’io volessi darmegli in braccio saresti salvo?

Claud. Oh Cielo! Non è possibile.

Is. Sì, con tal delitto orrendo, ei ti darebbe la libertà d’oltraggiarlo impunemente. Questa notte medesima io debbo arrender megli, altrimenti tu muori domani.

Claud. Tu nol farai.

Is. Se n’andasse di mezzo la mia vita, la getterei per salvarti, con quell’indifferenza con cui getterei una spilla.

Claud. Te ne ringrazio, cara Isabella.

Is. Sta preparato, Claudio, alla morte per domani.

Claud. Sì, ma prova egli dunque passioni tanto violenti che gli facciano obbliare ogni legge? Dacchè ei le viola, non commetterà certo un delitto, o dei sette peccati capitali questo sarà il minore.

Is. Che vuoi tu dire?

Claud. Se fosse un peccato degno di dannazione, egli ch’è così saggio, potrebbe pel piacere di un momento esporsi ad una pena eterna? Oh Isabella!

Is. Che vuoi dire, fratello?

Claud. Che la morte è cosa spaventosa.

Is. E il disonore cosa orribile.

Claud. Sì, ma il morire senza saper dove si vada, giacere in un sepolcro, corrompervisi; perdere quel calore vitale per divenir putridume e fango, intantochè l’anima avvezza a’ dolci godimenti, cadrà fra fiamme avvampanti, sarà sepolta fra ghiacci eterni, o scorrrerà ludibrio dei venti intorno a questo globo sospeso nello spazio, o patirà anche martóri più atroci che il pensiero non possa immaginare. Oh! tal prospettiva è orribile. La vita di questo mondo più odiosa che la vecchiaia, la miseria, il dolore o la prigione amareggiano, è un paradiso accanto a tutto ciò di cui la morte ne minaccia.