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ATTO SECONDO 153


Is. Farò pel mio infelice fratello tutto quello che potrò fare per me stessa: vuo’ dire che, se fossi condannata a morte, morrei piuttosto che disonorarmi.

Ang. Vostro fratello non morirà.

Is. Ch’ei muoia. È meglio che subisca una volta una morte passeggera, di quello che sua sorella ne soffra una eterna.

Ang. E non diverrete voi in tal guisa crudele al par della legge, contro la quale avete gridato tanto?

Is. L’ignominia per riscatto, o un libero perdono, son cose diverse: un perdono spontaneo non somiglia in nulla a un riscatto vergognoso.

Ang. Voi sembravate veder dianzi nella legge un tiranno, e cercavate di provare che il fallo di vostro fratello era piuttosto una follìa che un vizio.

Is. Ah! vogliate perdonarmi, signore; accade spesso che per ottenere l’oggetto dei nostri voti, noi non diciamo tutto quel che pensiamo: scuso un po’ il vizio che abborro, in favore dell’uomo che amo teneramente.

Ang. Noi siamo esseri fragili.

Is. Sì, e mio fratello dovrebbe morire se egli solo fosse soggetto a tale fragilità; ma tutta la razza umana ne paga il contingente, e tutti ereditiamo le medesime debolezze.

Ang. E le donne son pure fragili.

Is. Come gli specchi in cui si contemplano e che si frangono colla facilità maggiore. Le donne! Il Cielo le soccorra! Gli uomini si avviliscono approfittando della loro debolezza. Chiamateci dieci volte fragili, perchè noi siamo delicate come la nostra costituzione, credule e sensibili ad ogni specie d’affetti.

Ang. Ne son convinto al par di voi, e dopo tal confessione, lasciate ch’io mi spieghi con maggior ardire: noi uomini pure non siamo a prova d’ogni follìa. Ma sto alle vostre parole: siate quello che dite di essere, cioè una donna. Se di più siete, una donna non siete; se una donna siete, come lo dichiarano le vostre forme divine, addimostratelo in questo momento.

Is. Non v’intendo; parlatemi, ve ne supplico, come facevate dianzi.

Ang. M’intenderete al fine..... io vi amo.

Is. Mio fratello amò Giulietta, e voi mi dite che bisogna che egli perciò muoia.

Ang. Esso non morrà, Isabella, se mi concedete il vostro amore.

Is. La vostra virtù si piace nel simulare le forme del vizio, per iscrutare i cuori altrui.